La famiglia deve rappresentare per i suoi membri un luogo dove ognuno si sente capito ed accettato per quello che è. Spesse volte, invece, la famiglia va ad assumere le forme di un luogo “ostile” dal quale si desidera fuggire appena possibile. Il dovere di riconoscere ed accettare l’identità dei figli spetta ai genitori, i quali, però, non sempre riescono a far combaciare tale compito con l’altrettanto oneroso compito della guida e dell’educazione. Di solito questa area critica determina lacerazioni emotive in seno alla famiglia e spinge i figli al di fuori, alla ricerca di un’accettazione della propria identità mai ottenuta fra le mura domestiche. Ma è veramente impossibile riuscire a guidare il proprio figlio verso dei valori condivisi senza far sì che questi si senta minacciato? Sicuramente, no. Il fatto è che la società raramente dispone di programmi formativi per genitori e neo genitori, i quali, come unico punto di riferimento, assumono i vecchi schemi educativi che loro stessi hanno interiorizzato con risultati non sempre soddisfacenti.
Programmi di “Parental training”, ossia di potenziamento della genitorialità, in grado di sviluppare abilità quali: gestione delle fasi di evoluzione psicofisica della prole, attuazione di strategie educative efficaci ma non autoritarie, comunicazione ed empatia.
Analisi delle relazioni familiari e degli schemi di attaccamento, modalità strutturata con cui il bambino è legato affettivamente alle figure genitoriali e vi risponde; programmi di intervento specifici.
Diagnosi ed interventi su difficoltà di apprendimento (D.S.A.) in soggetti in età evolutiva.
Programmi di intervento per adolescenti e ragazzi con comportamenti antisociali
Analisi delle abilità cognitive residue e programmi di mantenimento per soggetti in età senile.